NON C’E’ DUE SENZA TRE.. CRONISTORIA DEL “TOTODISCARICA” CHE CERCA DI COINVOLGERE IL GRUPPOSEIPA

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Da decenni il gruppoSeipa viene coinvolto involontariamente in quello che può essere appropriatamente definito un “toto discarica”; quasi durante tutte le ultime amministrazioni Capitoline, da Alemanno all’attuale Gualtieri, il nome della Seipa, ed in particolare di una sua sede nella zona Sud di Roma, al confine con il territorio di Pomezia, è stato prima associato alla possibilità di realizzare una discarica per rifiuti solidi urbani, ed oggi per le ceneri del noto “termovalorizzatore”. In ognuna di queste occasioni il gruppoSeipa, i suoi responsabili e la sua proprietà, hanno pubblicamente preso delle posizioni nette e trasparenti sulla destinazione d’uso dei siti e sulla direzione industriale delle attività, smentendo con fermezza che vi potesse essere una “deriva” verso ciò che non riguarda l’economia circolare degli inerti, e la gestione di invasi da destinare al conferimento di soli rifiuti inerti.

Tutto ha inizio nel periodo in cui è Sindaco di Roma Gianni Alemanno: un articolo giornalistico cita uno dei siti del gruppo autorizzato per i soli rifiuti inerti come prescelto per divenire la “seconda Malagrotta”. Già allora vennero pubblicate diverse smentite tramite comunicati aziendali fino ad organizzare una riunione pubblica presso il quartiere di Monte Migliore dove, alla presenza di diversi politici e dello stesso Sindaco, si dichiarò che quanto riportato dalla stampa era infondato e che non vi era alcuni interesse a trasformare l’attività, e la filiera circolare fondata sui rifiuti inerti da costruzione e demolizione, perché ciò avrebbe portato più nocumento che benefici anche solo dal punto di vista economico ed organizzativo. Anche di fronte alla possibilità di un esproprio la proprietà dichiarò subito che si sarebbe tutelata in tutte le sedi opportune.

Si arriva dunque al periodo in cui è stata Sindaco Virginia Raggi: di nuovo fioriscono spontaneamente articoli in cui si cita una nota congiunta di Regione Lazio e Provincia di Roma che individua tra i possibili siti per il conferimento dei rifiuti di Roma una delle sedi operative del gruppoSeipa. Anche in questo caso sono stati diffusi e pubblicati sullo stesso sito dell’azienda dei comunicati volti a smentire quanto sostenuto ed a sottolineare come la proprietà sia sempre stata distante da tali interessi. Per procedere in tale direzione, inoltre, si richiedeva un’esplicita istanza da parte dell’esercente (l’impresa), azione mai intrapresa dal gruppo che per quel sito aveva un piano industriale ben preciso, ovvero gestire i materiali inerti provenienti dagli scavi della Metro C, in particolare del cantiere della stazione di Piazza Venezia, come poi si è effettivamente verificato.

Giungiamo ai giorni attuali, in concomitanza di una nuova amministrazione, guidata dal Sindaco Gualtieri, per finire associati alla possibilità di vedere destinato uno dei nostri siti al conferimento delle ceneri del futuro “termovalorizzatore” di Roma. Tale tipologia di rifiuto, per quanto facente dell’elenco di codici EER conferibili presso la sede, è presente solo per configurazione standard delle autorizzazioni, predisposte dai progettisti, che vengono richieste da impianti di questa natura e che vengono concesse dagli enti pubblici preposti al rilascio, tant’è che altri impianti in esercizio nel comune di Roma progettati dagli stessi hanno gli stessi codici EER autorizzati, tra cui le ceneri: è così per tutti le attività analoghe e questo sito non rappresenta una particolarità o un’eccezionalità. Inoltre a riprova nel disinteresse a gestire tali “materiali” da parte del gruppoSeipa, autorizzato ai servizi ambientali riguardanti gli inerti dal lontano 2007, vi è il fatto che non ne è mai stata accettata in ingresso nemmeno una piccola quantità.

Al fine di confermare l’assenza di qualsivoglia collegamento diretto e/o indiretto e conseguente coinvolgimento volontario o involontario nella questione “termovalorizzatore” da parte del nostro gruppo, comunichiamo che:

  • richiederemo alla Regione Lazio di escludere i codici EER relativi alle ceneri, confermando il nostro “non interesse”;

 

Ricordiamo inoltre a tutti i portatori di interesse che:

  1. l’istanza autorizzativa presentata agli enti preposti è datata 2016, ovvero quanto il Sindaco in carica non era Roberto Gualtieri, in un momento storico in cui né si parlava né era previsto un nuovo termovalorizzatore nella Regione, ed in particolare a Santa Palomba;
  2. l’attività del nostro gruppo è incentrata sulla gestione degli inerti prodotti e utilizzati nella costruzione e demolizione di opere infrastruttura pubbliche e private, che tutti gli investimenti e gli sforzi organizzativi sono sempre andati in quella direzione e che non fa parte dei nostri piani industriali un cambio così radicale e non affine alla nostra indole e capacità.

 

Per quanto abituati ad assistere nella società ad un continuo trasformismo di opinioni, e brusche virate strategiche per inseguire a volte interessi non troppo trasparenti, il nostro gruppo opera sullo stesso territorio preservandone le caratteristiche ambientali da quasi 60 anni, e precisamente del 1968, e risponde al più fondativo dei principi economici e finanziari secondo cui “i comportamenti passati, e le loro ricadute, sono i migliori indicatori di previsione delle scelte e delle performance future”.

Abbiamo sempre lavorato e lasciato attorno a noi un ambiente che rispecchiasse i valori in cui crediamo e che permettesse a noi, ai nostri dipendenti ed alle persone che ci vivono di continuare a farlo senza preoccupazioni ambientali di sorta.

 

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