Le attività di gestione dei cantieri di costruzione e/o demolizione di grandi opere infrastrutturali sono fulcro dell’economia circolare in ambito edilizio. Sono sì il primo passo ma soprattuto il centro, perché è nelle decisioni che riguardano a chi affidarle ed in quale modo svolgerle che si ritroverà la possibilità di rendere effettivamente circolare il processo, potendo così condividere nell’immediato presente e nel futuro i benefici derivanti.

Molto spesso abbiamo assistito alla crescita di fenomeni o comparti economici che hanno fatto della “circolarità” la loro bandiera e che alla fine hanno contribuito ben poco alla costruzione di sistemi o realtà effettivamente sostenibili nei confronti della società. Questo perché la sostenibilità di un processo non solo va comunicata nei suoi valori, educando sul perché di tale scelta, comunicando l’esperienza ed il prodotto, ma, soprattutto, va tradotte in un beneficio che possa essere tangibilmente apprezzato dalla società in cui tali processi si innestano.

E’ nostra ferma convinzione che la sostenibilità di un processo circolare non sia solamente negli aspetti ambientali ed ecologici delle soluzioni tecniche o tecnologiche ma, soprattutto, nella possibilità di condividere nell’immediato presente e per le future generazioni i vantaggi che queste sono in grado di portare.

Sapere di aver scelto materiali riciclati e certificati, permette di sapere che è possibile riciclare quel determinato materiale, oltre che il raggiungimento di un risparmio per la comunità spendibile nel miglioramento di altri servizi. Senza una reale educazione di chi deve rappresentare o sostenere la domanda di quei prodotti “sostenibili”, educazione basata sui valori morali e sui valori economici, non sarà mai possibile portare a compimento un processo di economia circolare.

Di questo aspetto educativo, e quindi della possibilità dei consumatori di fare scelte etiche rispetto ai temi della sostenibilità ambientale ed economica, se ne stanno accorgendo sempre più aziende, con il grande rammarico di veder compiuti ancora pochissimi passi della dimensione pubblica, in cui la mancanza di trasparenza e la lentezza della strutture burocratiche ad adeguarsi alle evoluzioni del mercato e della società rende quasi impossibile la condivisione.

L’economia circolare ha il grande potere di rivoluzione il concetto di durabilità programmata dei beni rendendo così sostenibile la gestione delle risorse, necessariamente “finite” ed in via di esaurimento del Pianeta.

Come portare i concetti dell’economia circolare al pubblico oggi così lontano dai benefici che questa può produrre? La Trentesima edizione di Festaambiente, manifestazione conclusasi da poco a Grosseto ha provato a dare una risposta, ed il suo padiglione dedicato all’economia circolare è stato il più visitato a detta degli organizzatori.

I principi dell’economia circolare sono stati alla portata di tutti, anche dei più piccoli, grazie alla mostra B COME NATURA”, allestita all’interno del padiglione dell’economia circolare, la mostra interattiva e multimediale pensata da Novamont per sensibilizzare bambini e ragazzi sulle buone pratiche ambientali e per far conoscere le bioplastiche e il loro ciclo di vita.

Infine anche la musica si è fatta portatrice di buone pratiche grazie a “La canzone circolare” inventata dal celebre artista Stefano Belisari, in arte Elio (di Elio e le storie tese) per sensibilizzare i cittadini sulla tematica dell’economia circolare. La prima canzone compostabile della storia ha avuto a Festambiente uno spazio appositamente dedicato in cui tutti i visitatori hanno potuto continuarla, dandole nuova vita e diventando veri e propri protagonisti del festival ecologico più bello che c’è.

Si tratta di un esempio sulla cui scia dovrebbero muoversi tutti i comparti, soprattutto quelli con più grandi potenzialità come quello dell’edilizia infrastrutturale. Oggi purtroppo assistiamo a dinamiche il cui le soluzioni sostenibili vengono utilizzate per risparmiare e produrre manufatti o opere a più bassa qualità (e.g. il caso della possibilità di riutilizzare l’asfalto rimosso, in gergo “fresato”, per la realizzazione della nuova pavimentazione, ottenendo così una superficie che si sgretola e si degrada molto più rapidamente, anzi quasi immediatamente)

L’economia circolare ha dato prova di poter esser manipolata per ottenere vantaggi economici che rimangono nella mani di chi ha gestisce i processi, a scapito, anziché a vantaggio delle dimensioni interconesse.

Se gli impatti positivi delle soluzioni, delle tecnologie di processo e dei prodotti, si limita agli operatori di settore, non vi sarà mai sostenibilità, e così modelli di business e comportamenti delle persone non sosterranno o non si promuoveranno in una successiva innovazione in grado di rilanciare il circolo virtuoso.

Quando pensiero si limita a soffermarsi sui benefici dei singoli questo non produrrà mai soluzioni di successo durevoli e sostenibili.

Nel settore degli inerti riciclati è fondamentale avviare enti, istituzioni ed aziende verso comportamenti trasparenti ed inclusivi delle comunità, investimenti in comunicazione e condivisione dei benefici derivanti da scelte etiche e sostenibili.